Mi chiamerò Francesco

Il Giubileo della speranza, dopo dodici anni di pontificato, segna l’irreversibile.
“Miserando atque eligendo”
di Salvatore Maria Mattia Giraldi
Vice Direttore
“Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua, incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio”, poi il saluto a bordo della papamobile. L’ultimo saluto per congedarsi dai fedeli segna il tramonto di una vita.
L’unico Pontefice Gesuita della storia, un Papa che rinuncia al Palazzo Apostolico, scegliendo di vivere e di morire a Santa Marta, scelte forti e determinate, come quella che probabilmente vedrà le sue spoglie non fra le mura di San Pietro, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Di notevole spessore, in una società che non premia e che trasforma l’immane crudeltà in diritti, la posizione di Bergoglio nel 2007, quando nel documento, redatto in occasione della quinta Conferenza Episcopale Generale dell’Episcopato Latino Americano, afferma che chi compie o sostiene pubblicamente azioni contrarie ai comandamenti della Chiesa, riferendosi particolarmente all’aborto, all’eutanasia e ad altri gravi atti contro la vita e la famiglia, non dovrebbe accedere alla Comunione, cosa particolarmente rilevante per le figure pubbliche.
Negli anni una posizione ben salda e costante, considerando l’aborto un atto moralmente inaccettabile, una “cultura della morte” in netto contrasto con quella cultura della vita che dovrebbe essere parte integrante dell’uomo, soprattutto nel caratterizzare e nel difendere l’esistenza umana dal concepimento fino alla morte naturale.
L’assoluzione del grave peccato che pone fine ad una vita innocente, sia concessa solo perché “non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito”.
Ferma la necessità di Papa Francesco di dover aiutare le donne a riconciliarsi con il figlio non nato, un appello alla profonda riflessione ed al pentimento che valorizzano la vita e l’anima..
Durissime le parole che rispecchiano, amore profondo verso l’esistere e grande rispetto della vita, parlando ai farmacisti ospedalieri Bergoglio esplicita, “l’aborto è un omicidio e non è lecito diventarne complici”, rilevando l’importanza della vicinanza alle donne per evitare che considerino l’aborto come soluzione.
Con maggiore fermezza Papa Francesco ha sottolineato che “l’aborto è un omicidio, si uccide un essere umano ed i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari”
Purtroppo questo mondo non è ancora pronto ad accogliere energia vitale ed aiuto spirituale in cambio di rispetto e non ci resta che dire addio a Bergoglio, in viaggio, dopo ottantotto anni di vita, proprio nel Lunedì dell’Angelo.